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Classi acustiche e limiti previsti

Scritto il 1 luglio 2013 da admin

Il DPCM 14/11/97  (determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore) prevede la classificazione del Territorio Comunale in zone (classi acustiche):

Classe I, aree particolarmente protette: aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione, vale a dire aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo e allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc;

Classe II, aree destinate ad uso prevalentemente residenziale: aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali ed assenza di attività industriali ed artigianali;

Classe III, aree di tipo misto: aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali, artigianali ed uffici, con limitata presenza di attività artigianali ed assenza di attività industriali, aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici;

Classe IV, aree di intensa attività umana: aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali, artigianali ed uffici; aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie, aree portuali, aree con limitata presenza di piccole industrie;

Classe V, aree prevalentemente industriali: aree interessate da insediamenti industriali e con scarse abitazioni;

Classe VI, aree esclusivamente industriali: aree esclusivamente interessate da attività industriali e prive di insediamenti abitativi

Tramite tecnici competenti in acustica siamo in grado di effettuare qualunque misura di rumore

I livelli massimi di pressione sonora sono riferiti al periodo di emissione del rumore, definito dal decreto come “tempo di riferimento”, e sono divisi in periodo diurno (che va dalle ore 6.00 alle ore 22.00) e periodo notturno (dalle ore 22.00 alle ore 6.00).

Classe    Valori limite emissione       Valori limite immissione      valori qualità
 diurno  notturno  diurno  notturno  diurno  notturno
Leq in dB(A) Leq in dB(A) Leq in dB(A)
 I 45 35 50 40 47 37
 II 50 40 55 45 52 42
 III 55 45 60 50 57 47
 IV 60 50 65 55 62 52
 V 65 55 70 60 67 57
 VI 65 65 70 70 70 70

Oltre ai limiti di emissione e immissione il DPCM 14/11/97 introduce anche il valore limite differenziale di immissione:

  • limite differenziale diurno 5 dB
  • limite differenziale notturno 3 dB

Il valore limite differenziale non si applica nei seguenti casi:

  • se il livello di pressione sonora misurato a finestre aperte è inferiore a 50 dB(A) durante il periodo diurno e 40 dB(A) durante il periodo notturno
  • se il livello di pressione sonora misurato a finestre chiuse è inferiore a 35 dB(A) durante il periodo diurno e 25 dB(A) durante il periodo notturno

Il DM 16/03/98 (Tecniche di rilevamento e di misurazione dell’inquinamento acustico) introduce, oltre alle specifiche sulle metodiche di rilevamento del rumore, anche dei fattori correttivi da considerare durante le misurazioni dei livelli di pressione sonora:

+La presenza di componenti impulsive comporta un aumento dei livello misurato di 3 dB
Il rumore è considerato avente componenti impulsive quando sono verificate le condizioni seguenti:

  • l’evento ripetitivo
  • la differenza tra LAImax ed LASmax è superiore a 6 dB
  • la durata dell’evento a –10 dB dal valore LAFmax è inferiore a 1 s.

L’evento sonoro impulsivo si considera ripetitivo quanto di verifica almeno 10 volte nell’arco di un’ora nel periodo diurno e almeno 2 volte nell’arco di un’ora nel periodo notturno. La ripetitività deve essere dimostrata mediante registrazione grafica del livello Laf effettuata durante il tempo di misura Lm. LAeq,TR viene incrementato di un fattore correttivo KI.

+La presenza di componenti tonali comporta un aumento dei livello misurato di 3 dB
Per individuare la presenza di Componenti Tonali (CT) nel rumore, si effettua un’analisi spettrale per bande di 1/3 di ottava. Si considerano esclusivamente le CT aventi carattere stazionario nel tempo e in frequenza.

Si determina il minimo di ciascuna banda con costante di tempo Fast. Si è in presenza di un CT se il livello minimo di una banda supera i livelli minimi delle bande adiacenti per almeno 5 dB.

Il fattore correttivo si applica soltanto se la CT tocca una isofonica uguale o superiore a quella più elevata raggiunta dalle altre componenti dello spettro.

La normativa tecnica di riferimento è la ISO 266:1987.

+La presenza di componenti in bassa frequenza comporta un aumento dei livello misurato di 3 dB
Se l’analisi in frequenza svolta con le modalità di cui al punto precedente, rileva la presenza di CT tali da consentire l’applicazione del fattore correttivo nell’intervallo di frequenze compreso fa 20 Hz e 200 Hz, si applica anche la correzione per le componenti in bassa frequenza, così come definita al punto 15 dell’allegato A del DM 16/03/98, esclusivamente nel tempo di riferimento notturno.

+La presenza di rumore a tempo parziale comporta una diminuzione del livello misurato da 3 a 5 dB
Si applica esclusivamente durante il tempo di riferimento relativo al periodo diurno nel caso di persistenza del rumore stesso per un tempo totale non superiore a un’ora.

Qualora il tempo parziale sia compreso in 1 h il valore del rumore ambientale, misurato in Leq(A) deve essere diminuito di 3 dB(A); qualora sia inferiore a 15 minuti il Leq(A) deve essere diminuito di 5 dB(A).

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