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Rischio da agenti biologici

In base a quanto disposto dal Titolo X del D.Lgs. 81/08 i rischi biologici per i lavoratori devono essere valutati al pari degli altri rischi per la salute e la sicurezza al fine di definirne le corrette modalità di gestione e controllo alla luce di quelle che sono le più aggiornate conoscenze scientifiche in materia.

La società Magister è in grado di affiancare il datore di lavoro nella valutazione del rischio biologico

Le micotossine sono composti tossici prodotti dal metabolismo secondario di alcuni funghi filamentosi, meglio noti come muffe. Contaminazioni consistenti da micotossine possono essere rinvenute nei cereali (mais, frumento, orzo, segale ecc.), semi oleaginosi (arachidi, girasole, cotone ecc.), frutta fresca, secca ed essiccata (uva, mandorle, noci, nocciole, fichi secchi, ecc), semi di cacao e caffè nonché in alcune spezie come il peperoncino, il pepe e lo zenzero. Sono suscettibili di contaminazione anche  farine a uso umano e animale. Maggiormente esposti a tali agenti di rischio risultano essere i lavoratori delle industrie alimentari, gli addetti alla coltivazione, raccolta, manipolazione o molitura di prodotti di origine vegetale, alle attività di stoccaggio presso silos e magazzini, di carico e scarico dei mezzi deputati al trasporto (es. autotrasportatori), alla produzione e distribuzione di mangimi animali ma anche i lavoratori coinvolti nelle attività di trattamento e smaltimento di rifiuti nonché di manutenzione di macchine per agricoltura, silvicoltura e zootecnia

Il rischio biologico si può presentare in molteplici situazioni all’interno delle attività lavorativa:

  • negli ambienti indoor
  • bonifica siti contaminati

AMBIENTI INDOOR

La qualità dell’aria indoor rappresenta un importante tema di sanità pubblica. Nei paesi industrializzati, la popolazione trascorre la maggior parte del proprio tempo (fino al 90%) in ambienti chiusi.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha evidenziato l’importanza e l’urgenza per ogni Paese di dotarsi di un “Piano nazionale di prevenzione indoor” e, a tal fine, ha diffuso nel 1999 una pubblicazione specificamente destinata alle strategie con le quali tale Piano deve essere sviluppato.

In Italia, a seguito della crisi delle risorse energetiche mondiali, si sono imposti nuovi criteri tecnico-progettuali per gli edifici ad uso civile. La necessità di contenere i consumi per il riscaldamento e per la ventilazione ha imposto un migliore isolamento degli edifici, con conseguente spinta a sigillare gli ambienti interni ed a sostituire le modalità naturali di aerazione ed illuminazione con mezzi artificiali.

I sistemi di condizionamento dell’aria possono, inoltre, diventare terreno di coltura per muffe e altri contaminanti biologici e diffondere tali agenti in tutto l’edificio.

La Building Related Illness, è invece correlata a una malattia particolare ben identificata, causata dalla presenza di determinati inquinanti dell’aria di un ambiente chiuso. Il quadro clinico evidenzia sintomi quali tosse, costrizione al petto, febbre, brividi, dolori muscolari. In questo caso le sintomatologie sono clinicamente ben definite: si tratta di asma bronchiale, le alveoliti allergiche estrinseche, di febbri da umidificatori, di infezioni da Legionella Pneumophila. Generalmente tale sindrome è presente soprattutto negli ambienti di lavoro ed è causata dagli impianti di ventilazione e di condizionamento d’aria. I sintomi non spariscono rapidamente in seguito all’abbandono del luogo di lavoro.

BONIFICA SITI CONTAMINATI

rischio biologico bonifica siti contaminatiDall’analisi della letteratura tecnico-scientifica in materia di rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori del settore bonifiche dei siti contaminati si evince che il rischio biologico occupazionale è spesso sottovalutato o per nulla considerato.

Durante le operazioni di bonifica dei siti contaminati l’esposizione del lavoratore ad agenti biologici può essere sia potenziale che deliberata in funzione delle lavorazioni che si svolgono per il recupero del sito.

Come per altri settori lavorativi che comportano esposizioni analoghe a quelle delle bonifiche, come quello della depurazione acque reflue e le attività agricole, è da considerarsi potenziale  l’esposizione del lavoratore ai microrganismi indigeni, ossia a quelli normalmente presenti nelle matrici contaminate, e/o loro parti (endotossine batteriche, spore fungine) e prodotti (tossine).

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