Free songs

Pericoli nell’industria del legno

industria legnoIl comparto della lavorazione del legno comprende l’industria di lavorazione del legno, dalla lavorazione della materia prima (segherie) alla produzione di manufatti più o meno di pregio.

I principali pericoli lavorativi presenti nel comparto sono legati a una serie di fattori che possono essere così classificati:

  • di tipo tecnologico: sicurezza delle macchine e degli utensili, loro stato di manutenzione;
  • di tipo ambientale: presenza di rumore e vibrazioni, polvere, vapori e fumi, atmosfere esplosive, illuminazione, adeguatezza degli spazi di lavoro, ecc.;
  • organizzazione del lavoro: ritmi, orari, turni, ecc.;
  • persone: comportamenti, cultura, percezione del rischio, esperienza, ecc.

La società Magister è in grado di effettuare la valutazione dell’esposizione alle polveri di legno e la determinazione della concentrazione di polveri di legno

Rispetto agli altri pericoli, molto simili tra loro anche se presenti in aziende differenti, il pericolo di esposizione a polveri di legno è caratteristico esclusivamente di questa tipologia di lavorazioni. La polvere di legno è stata classificata nel 1995 dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) come cancerogeno certo per l’uomo (1); successivamente nel 2012 è stata rivalutata: sono stati identificati come organi bersaglio dell’azione cancerogena le cavità nasali, i seni paranasali e il nasofaringe (2). L’esposizione alle polveri di legno avviene, in particolare, nelle fasi di segagione, lavorazione dei pannelli, carteggiatura (specie manuale), levigatura/spazzolatura e nelle operazioni di manutenzione di macchine impolverate.

 Gli organi che possono essere danneggiati dalle polveri di legno sono:

  • la pelle
  • gli occhi
  • l’apparato respiratorio

Principali attività che producono polveri di legno e principali patologie provocate.

Per quanto riguarda l’esposizione a polvere di legno duro, in Italia il Valore Limite di esposizione Professionale (VLP) in vigore  è di 5 mg/m3.  La Direttiva (2398/17/UE) abbassa il limite a 2 mg/m3, tuttavia per cinque anni il limite sarà più alto: 3 mg/m3 per permettere alle aziende di adeguarsi.

Approfondimenti:

 

(1) IARC Monographs on the Evaluation of Carcinogenic Risk to Humans. Volume 62, 1995

(2) IARC Monographs on the Evaluation of Carcinogenic Risk to Humans. Volume 100, parte C.