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Rischio chimico nel settore tessile

Scritto il 6 giugno 2016 da admin

L’industria tessile può manifestare le seguenti patologie di rischio:tessuti

  • disturbi muscoloscheletrici
  • agenti fisici
  • rischio chimico
  • esposizione a polveri e fibre
  • agenti biologici
  • stress lavoro correlato.

Le manifestazioni dermatologiche causate da contatto con gli indumenti sono generalmente attribuite a sostanze chimiche e coloranti che vengono aggiunti alle fibre tessili durante la loro manifattura e assemblaggio in indumenti. In particolare gli agenti responsabili sono rappresentati da prodotti per le tinture e per il finissaggio, i metalli, la gomma e le colle. Occasionalmente anche gli sbiancanti ottici, i biocidi, i materiali ignifughi e altre sostanze chimiche aggiunte sono responsabili dell’insorgenza del quadro clinico cutaneo.

I coloranti sono le sostanze chimiche più usate e possono essere classificate in a) acidi b) diretti c) reattivi d) dispersi. Vengono legati al mordente per diffondere più facilmente fra le fibre. Dal punto i vista della classe chimica il 40% dei coloranti tessili sono azoici ma non tutti sono allergizzanti. Tra questi coloranti quelli che più facilmente determinano sensibilizzazioni sono quelli liposolubili che, per questo motivo, penetrano facilmente attraverso la cute.

Un altro gruppo responsabile di allergie sono le resine, usate per dare certe proprietà specifiche ai tessuti come sofficità, resistenza ai colori, ecc. Come mordente il più impiegato è il bicromato di potassio e con analoga funzione vengono impiegati coloranti metallo complessi che contengono cobalto o nichel all’interno della molecola. La causa dei problemi professionali della cute è il contatto con talune sostanze durante il lavoro.

I principali organi interessati sono le mani e gli avambracci (ossia le parti del corpo che con più probabilità vengono a contatto con queste sostanze) ma possono estendersi ad altre parti. In taluni casi gli allergeni possono causare sintomi a livello cutaneo se inalati o ingeriti.

Il ciclo lavorativo di una industria tessile si caratterizza per le seguenti fasi:

  • magazzino dove avviene il ricevimento dei filati
  • preparazione tessuti
  • orditura
  • tessitura
  • imballaggio e spedizione
  • operazioni di manutenzione e pulizia presenti nelle diverse fasi

Il rischio chimico in ambito tessile è dovuto alla presenza di numerosi agenti chimici tra cui, le più note sostanze soggette a restrizione (secondo il regolamento REACH-CLP):

  • le ammine aromatiche (cancerogene) che possono essere rilasciate dai coloranti azoici composti organo-stannici ( TBT, TPhT, DBT, DOT) ) ossia biocidi e catalizzatori di sintesi nella produzione di poliuretani
  • ftalati (DEHP, DBP, BBP, DINP, DIDP, DNOP)
  • plastificanti molto utilizzati nel PVC
  • nichel e cadmio presenti negli accessori metallici
  • perfluoro ottano solfonati (PFOS)
  • idro/oleo repellenti e additivi utilizzati nella lavorazione del cuoi
  • alcuni ritardanti di fiamma.

Tra le sostanze soggette ad autorizzazione (secondo il regolamento REACH-CLP) in ambito tessile sono particolarmente significativi i composti del cromo (utilizzati in alcuni processi di concia e tintura) le paraffine clorurate a catena corta (utilizzate per trattamenti ignifughi) gli ftalati per i quali è prevedibile il passaggio da regime di restrizione a regime di autorizzazione.

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